Esaminando tutte le segnalazioni registrate negli Stati Uniti tra il 1998 e il 2008 il di Atlanta ha riferito che le principali responsabili delle infezioni alimentari negli USA sono le verdure principalmente quelle a foglia anche se di fatto i casi gravi, legati al decesso dei pazienti, rimangono correlati a carne e derivati. Il rapporto ufficiale sarà pubblicato a marzo 2013 su Emerging Infectious Diseases ma le anticipazioni rese note chiariscono che il primato di frutta e verdura come fonte di contaminazione alimentare non deve allarmare il consumatore o condizionarne gli acquisti.
L’invito, dunque, a consumarne almeno cinque porzioni al giorno rimane e la coordinatrice dello studio specifica che l’aumento dei casi è anche dovuto al miglioramento delle tecniche di indagine e di registrazione adottati dagli ospedali. Inoltre, non sempre la colpa è da imputarsi alla materia prima anzi i problemi nascono molto spesso nelle cucine anche domestiche dove i livelli di pulizia non sono sempre sufficienti e la gestione dell’alimento durante la manipolazione e la conservazione risulta inadeguata.
Il consiglio, dunque, è quello di continuare a consumare frutta e verdura garantendo però il corretto lavaggio e la corretta conservazione anche per quei prodotti di IV gamma come verdure e frutta vendute a pezzi, già pronte o comunque lavate.